#2 Cercavo di essere come gli altri ma non ci riuscivo. Crescevo con loro ma la mia sensazione era che vivessimo in due mondi paralleli e talvolta convergenti, dove ogni tanto anche io ero parte del loro ambiente. Ovviamente questo mi creava delle difficoltà, mi sentivo spesso una disadattata sociale. Nonostante ciò sembrava tutto normale, andavo bene a scuola, sorridevo… e se una bambina sorride vuol dire che è felice… O magari significa solo che ha imparato a mascherarsi. A 15 anni comunque optai per il break through. Iniziai a vestirmi dolo di nero, mi tinsi i capelli corvini e smisi di sorridere senza motivo. Volevo rispettare i miei sentimenti e manifestare la mia tristezza (molti anni dopo, con l’avvento del percorso di consapevolezza, riuscii a cogliere la natura di quei sentimenti e li trasformai in stimoli, energia, strumenti, bellezza. Grazie al percorso di trasformazione interiore smisi di stare male e tutto il negativo si trasmutò in positivo!). Principiò un periodo difficile e doloroso che durò fino ai 19 anni, durante i quali fui depressa ed anoressica, mi tagliavo le braccia, ero arrabbiatissima. Mi isolavo perchè avevo bisogno di stare in quel baratro e mi isolavano perchè ero insostenibile. Comunicavo più con il mondo dei morti che quello dei vivi. Al contempo. mi attiravano le storie magiche della mia città, Torino. Leggevo Nietzsche e Zarathustra mi colpì particolarmente. Poi Siddharta, la morale anarchica di Kropotkin, l’etica di Spinoza… Ora che capisco cosa stesse accadendo, posso dire che quella era la cura per me, il mio cammino, non c’erano altre vie. A 18 anni la tensione era tanta e la mia voglia di vivere sempre meno. Decisi che la cosa migliore per me sarebbe stata uccidermi, d’altra parte non avevo mai capito perchè mi avessero messa al mondo per poi abbandonarmi a me stessa, e così mi organizzai per farlo. Trovai un posto abbastanza alto per gettarmi nel vuoto e ci andai. Sono sempre stata molto fatalista quindi sperimentavo quel che la Vita mi offriva ed in quel momento c’era quella esperienza. Non avevo paura di morire, anzi la vedevo come una via di uscita risolutiva. Ma in quel momento pensai a mia madre ed al dolore che le avrei causato quando le avessero detto di avermi trovata spappolata a terra e desistetti. Io volevo una morte silente, discreta e non volevo avere nessuno sulla coscienza. Perciò tornai a casa. Avevo deciso di vivere e quello fu il momento più importante della mia vita perchè morii e rinacqui, e niente fu più come prima. Un fiume di bellezza, amore e gioia cominciò a fluire nella mia vita, mi invase uno tsunami di esperienze che da belle diventavano sempre più incredibili. Rivoluzionai la mia vita ed incontrai degli amici, veri, e mi sentii amata per la prima volta. Fu forte. A 19 anni nascevo. Cominciai ad esplorare il mondo, la musica mi accompagnava. Adesso sperimentavo tutti gli aspetti del vivere che prima avevo ignorato, anche in modo folle ed esasperato, ma avevo sete e fame.