#1 Perchè fare un racconto autobiografico? Perchè me lo hanno chiesto. Per un’intervista. E da quell’intervista, nella quale si estrapolavano dei tratti del racconto, ecco qui la versione integrale. Dapprima pensavo che non importasse a nessuno della mia storia ma poi una mia allieva mi disse proprio il contrario “Chiara per me sarebbe importante che tu lo facessi perchè io vorrei arrivare dove sei arrivata tu e conoscere la tua storia mi aiuterebbe”. Bene dunque, mi auguro che possa esservi utile! Fin da piccola ho avuto percezioni acute ed una sensibilità particolare, che mi portava ad osservare le cose sempre da un punto di vista differente rispetto ai miei coetanei…tanto da essere stata spesso esclusa dagli altri, da quelli “più normali”. A catechismo, a scuola, in famiglia, le mie considerazioni erano “imbarazzanti e scomode” perciò venivo zittita e lasciata senza risposte. Pativo le ingiustizie ed il divario sociale, soffrivo per cose che gli altri nemmeno notavano. La natura e la fantasia mi allietavano, avevo due amici ed un cane. Stavo spesso da sola ed il mio gioco preferito era saltare sulle pietre del fiume. Mia sorella mi detestava, mio fratello mi ignorava, mia mamma aveva altro da fare e mio padre lavorava. Io leggevo, disegnavo, creavo… A quell’epoca i libri che avevano attirato la mia attenzione nella libreria del salotto erano La Divina Commedia, La Storia Infinita, Gli Egizi e La Metamedicina di Claudia Rainville. Avevo 8, 9, 10 anni. …effettivamente ero un po’ fuori dal coro. Le bambine a scuola pensavano ai ragazzini ed io contestavo che i bambini in africa morivano di fame. Ho ricevuto in regalo il mio primo mazzo di tarocchi a 8 anni, era arrivato per posta in omaggio con un giornale. A 44 anni odierni li ho ancora e li utilizzo sempre ripensando a quando quella prima volta li spacchettai e li guardai incuriosita. Negli anni successivi mi interessai di medianità, forse perchè ne sentivo il naturale richiamo, ed a 11 anni cominciai a fare scrittura medianica. Comunicavo con il mio angelo custode, poi con la nonna, poi con la mia anima ed infine arrivai a saltare la scrittura comunicando direttamente con il pensiero. Forse se l’avesse saputo il prete, che già mi detestava perchè ero l’eretica del gruppo, mi avrebbe fatta esorcizzare 🙂 Eh sì, si usava seguire il percorso di educazione cattolica (addestramento cattolico, direi, perchè di e-ducazione c’era poco) quindi frequentare il catechismo era mio dovere. Alcune cose le apprezzavo, per esempio mi piaceva la figura di Cristo ed i suoi insegnamenti, trovavo però incongruente il modus operandi dell’istituzione ecclesiastica e disprezzavo il clero per tutte le ingiustizie perpetrate nei secoli. Quando finalmente feci la cresima mi slegai dal proselitismo cattopolitico e dai suoi condizionamenti. Iniziava il mio cammino verso la libertà! La libertà… la mia fissazione. Però impiegai anni a comprendere che cosa fosse davvero. La mistura di conoscenza, verità e pace interiore. A 12 anni ho vissuto la mia prima visione lucida. Mi scioccò ovviamente. Ero una donna, mi stavano tirando per i capelli verso un rogo e tutti mi sputavano. Ho impiegato tempo a capire cosa fosse successo e cosa rappresentasse quella visione ma da lì in poi la mia ricerca di comprensione non si fermò più… e comunque cominciai a credere all’eternità dell’anima che esperisce attraverso varie vite. Negli anni a venire indagai meglio e mi diedi le risposte che cercavo.